Delitto di Luzzara. La moglie di Ranjeet Bains chiede indagini a 360 gradi. “Ci sono colleghi, anche italiani, che vorrebbero essere ascoltati”
“Da quello che sappiamo, ci sarebbero dei dipendenti, anche di lingua italiana, che sarebbero disposti ad essere sentiti su quanto accaduto quel maldetto 7 febbraio ed anche, in generale, per il clima che si respirava in azienda anche precedentemente alla morte di mio marito”. A parlare è la moglie di Ranjeet Bains, il trentottenne indiano, residente a Motteggiana nel mantovano, morto dopo essere stato, secondo la ricostruzione investigativa maggiormente accreditata, picchiato selvaggiamente dai fratelli Paranjit e Charanjit Singh, rispettivamente di 41 e 42 anni, all’interno dei locali dell’azienda QuattroB, a Codisotto di Luzzara il 7 febbraio. I due sono attualmente in stato di arresto per l’ipotesi di reato di omicidio aggravato. Ieri, nello studio dell’avvocato Mauro Intagliata, che difende la famiglia della vittima in questa triste vicenda, hanno voluto rimarcare alcuni punti che erano già emersi nell’immediatezza della morte dell’uomo (padre di due bimbi). Innanzitutto il clima che si respirava in fabbrica:” Situazioni e problemi si erano già avuti anche nei periodi precedenti- ricorda la moglie di Nicu, come lo chiamavano tutti-. Si sono verificate situazioni di conflittualità interna che sono durate mesi, senza che nessuno, al vertice dell’azienda intervenisse per mettere un freno alla situazione”. Mentre l’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore presso il tribunale reggiano, Giacomo Forte, prosegue, la famiglia della vittima invita i testimoni oculari a parlare:” Li invitiamo a farsi avanti- sottolinea nuovamente la vedova di Bains-, sappiamo per certo che ci sono almeno tre dipendenti di lingua italiana che hanno manifestato la loro disponibilità ad essere sentiti”. Nel mirino anche le dichiarazioni fatte ai media locali dal fratello del titolare e socio dell’azienda: “Sostenere che l’unica sfiga è che l’infortunio si avvenuto all’interno dell’azienda, sono affermazioni che ci lasciano sinceramente sconcertati per cinismo e assenza di riguardi nei confronti della famiglia della vittima- va giù duro il legale reggiano-, sono parole irriguardose, censurabili e decisamente deprecabili”. Così come il fratello di Ranjeet confuta le dichiarazioni fatte da un dipendente: “Io essere assunto lì? Mai domandato. Anche perchè io sono dipendente da dodici anni in una stalla a Motteggiana. Lavoro sei ore al giorno, il mio titolare, oltre allo stipendio mi paga il vitto e l’alloggio e soprattutto mi aiuta in qualsiasi sostentamento alla mia famiglia. Perchè mai avrei dovuto cambiare?”. Intanto, si stanno sbloccando le pratiche per poter organizzare il funerale di Bains.
di Nicola Bonafini, Il Resto del Carlino, 23.02.2022