L'imprenditore ha portato le sue condoglianze alla famiglia dell'operaio ucciso. La moglie di Ranjeet Bains si è sentita male ed è stata portata in ospedale.
Luzzara. Il datore di lavoro di Ranjeet Bains si è recato a casa della vedova per portare le sue condoglianze di persona. Venerdì sera, intorno alle 20, il titolare della QuattroB di Codisotto, insieme ad alcuni dipendenti, si è presentato nell’abitazione di Motteggiana di Mantova, dove Kaur Gangandeep vive con i suoi bambini di 5 e 9 anni. I familiari dell’operaio morto lunedì dopo essere stato aggredito da due colleghi non hanno nascosto la loro amarezza per il fatto che nessuno da Codisotto si era ancora fatto vivo con loro e che l’azienda è rimasta aperta il giorno dell’aggressione. Poche ore prima di quella visita, la vedova, insieme al fratello e ai genitori della vittima, nello studio degli avvocati Mauro Intagliata e Francesco Tazzari, avevo deciso di raccontare la persecuzione di cui il marito sarebbe stato vittima da oltre un anno e mezzo da parte di un gruppo di colleghi. In quella circostanza la donna aveva anche riferito di non aver ricevuto le condoglianze da parte dell’azienda. Venerdì sera i familiari di Ranjeet hanno ripetuto al titolare quello che avevano detto poco prima nello studio legale reggiano. L’imprenditore ha tenuto a ribadire con loro quanto dichiarato anche alla Gazzetta di Reggio: cioè che non era al corrente dei problemi tra i dipendenti. Kaur nel corso dell’incontro si è sentita male ed è svenuta molte volte. Tra l’altro, la donna aveva da poco parlato con il suo avvocato Mauro Intagliata, che gli aveva riferito della conclusione dell’autopsia (anche questo passaggio ha inevitabilmente contribuito ad acuire il dolore nel quale versa da giorni). Un’ambulanza si è recata a casa della donna e poi è stato deciso di portarla in ospedale a Mantova, dove è stata dimessa alle due di notte. L’incontro con il datore di lavoro è durato un’ora e mezza. Le indagini proseguono per far luce sul movente dell’aggressione. Due fratelli, colleghi della vittima, sono in carcere con l’accusa di omicidio preterintenzionale. La famiglia dell’operaio ritiene che l’ostilità nei confronti di Ranjeet sia iniziata un anno e mezzo fa quando l’uomo, nelle sue vesti di delegato Fiom, aveva ottenuto l’introduzione in azienda di un contratto aziendale. Un risultato che in teoria avrebbe dovuto fare contenti tutti, ma che in realtà avrebbe scatenato le ire di alcuni colleghi che percepivano un premio individuale e che per effetto dell’accordo avrebbero visto un peggioramento della loro condizione economica. In seguito, i dipendenti della ditta, che sono 27, quasi tutti indiani, votarono per chiedere le dimissioni dei due delegati. La famiglia sostiene che da allora un gruppo di circa sette, otto persone lo avrebbe isolato e preso di mira con atteggiamenti ostili, di cui il decesso sarebbe il tragico epilogo. Venti giorni fa ci sarebbe stata un’aggressione, alla quale presero parte i due fratelli ora in carcere (assunti in azienda da circa cinque mesi). Il fratello della vittima cercò di comporre la questione in modo amichevole agendo come intermediario. Il datore di lavoro ha ribadito nell’incontro a casa della vedova e poi anche alla Gazzetta, di non essere stato al corrente di questi fatti.
di Jacopo Della Porta, Gazzetta di Reggio, 13.02.2022